venerdì 29 ottobre 2010

SACRIFICI E “PADRI MODERNI” NELLA VISIONE DELL’AMMINISTRAZIONE CERAOLO

All’indomani della scontata risposta dell’ANCI sullo stipendio della giunta comunale, Sindaco ed assessori paiono ancora più determinati nel perseguire quella che loro in più riprese hanno affermato essere la logica del “buon padre di famiglia”.
Ora tralasciamo a quale famiglia si riferiscono non avendo loro esperienze univoche, ma pare evidente che intendano una politica “a favore di...”. Ecco allora che nell’annuncio di ieri sul gazzettino “Patto di stabilità a rischio” e nelle recenti rivendicazioni sui loro stipendi, si delinea con precisione a favore di chi sia la loro politica del “buon padre” e di che famiglia abbiano a riferimento.
Quello che continuerò a contestare a Sindaco e giunta non è tanto la rispondenza alle leggi di quanto compiono ma l’opportunità di quello che fanno in un momento come questo ad esempio il raddoppio delle spese di missioni istituzionali trasferte e rimborsi viaggi salito a 5.800€. Se questo lo confrontiamo con quanto contenuto nella delibera di giunta contenete “direttive agli uffici”, la visione è chiara: i sacrifici a noi (cittadini ed imprese) i benefici a loro.
Gli amministratori sono chiamati ad amministrare nell’interesse pubblico compiendo scelte coraggiose e non applicando freddamente la legge; per quello bastano i funzionari ed i burocrati già presenti nella PA.
Ed è proprio nella delibera di indirizzo che raggiungono il massimo (per ora) della loro incapacità politica ed applicazione dei “due pesi due misure” e spieghiamo perché.
Ricordate in campagna elettorale, l’accusa per non saper spendere 18 milioni di euro, ricordate la volontà di “far lavorare le aziende locali”, degli annunci “apriamo i cantieri per sostenere l’economia” ?.
Ecco a tutto questo fa seguito il preciso indirizzo di “non pagare le fatture” nonostante abbiano tutti i soldi che servono, per rispettare il (loro) patto di stabilità mandando all’aria il patto di stabilità di imprese ed azienda proprio in un momento di crisi di liquidità che stà facendo soccombere una ad una anche le imprese che credevamo più solide.
Il patto di stabilità degli enti locali, è una disposizione che ha come sanzione per chi non lo rispetta principalmente il divieto di assunzione di personale, e quello di accendere mutui se non assistiti da contributi di regionali: tutto qui?
In un momento dove tutti sono in gravissime difficoltà, loro vogliono mantenere la possibilità di assumere (con quali soldi?) o di fare mutui senza contributi regionali (dopo averci criticato per non aver chiesto abbastanza contributi) ???? capite la cecità è parzialità della loro visione.
Proprio al secondo anni di governo, mi sono trovato di fronte allo stesso dilemma: rispettare il patto di stabilità ma non fare quello che serve ai cittadini e che loro si attendono, o rispettare un patto che ci stava costringendo ad accantonare somme sempre maggiori di denaro: la mia risposta è stata di segno opposto alla loro attuale, abbiamo sforato il patto di stabilità, “pagato” le sanzioni per un anno ma abbiamo fatto ripartire gli investimenti ed i 31Ml di opere realizzate in 4 anni, gli 11ml di opere in esecuzione lasciate in eredità ed i 23Ml di opere già finanziate sono la misura di quanto la ns. amministrazione sia stata l'amministrazione “del fare”.
Questa è l’accusa che rivolgiamo all’attuale amministrazione: siete incapaci di scelte coraggiose e nell’interesse della collettività. Siete moderni padri, di famiglie a cui non vorremmo appartenere.

Sacile 22 Ottobre 2010                                           Roberto Cappuzzo

lunedì 25 ottobre 2010

Riflessioni per una Piazza Pedonale.

Ieri sera in consiglio comunale l’on. Isidoro Gottardo ha affermato, al termine di un lungo ed interessante ricordo degli anni passati e di come le anime delle diverse amministrazioni succedutesi abbiano contribuito alla Sacile di oggi, che ritiene sbagliato rendere la piazza di Sacile solo pedonale.
A suffragio della sua affermazione, riflessioni di urbanisti del passato che ritenevano fosse percorribile la pedonalizzazione solo dopo la dotazione di parcheggi nelle vicinanze della piazza.
Sulla storia raccontata da Gottardo non si può che essere d’accordo, è la nostra storia e che ci piaccia o meno così è andata finora, ma proprio per questa nostra storia, per la difesa dall’urbanizzazione stravolgente che è stata tenuta negli anni sessanta, per i nostri grandi vincoli fisici che sono la pontebbana a nord, la ferrovia a sud e numerosi corsi d’acqua ad est ed ovest, per la sua morfologia che è immutata da centinaia d’anni, per le scelte non fatte quando era il tempo di farle, che io invece sono convinto si debba chiuderla al traffico.
Anche noi visitiamo luoghi dove l’equilibrio tra pedoni è macchine è già raggiunto, i pedoni transitano sulle strade chiaccherando e gustandosi le bellezze architettoniche, mentre le poche macchine passano a passo d’uomo, consapevoli che invadono uno spazio pedonale.
Ecco questo è il nocciolo: la piazza assieme all’area di piazza Duomo e la vecchia contrada, deve essere percepita da tutti come spazio pedonale, ed in questo modo le auto che necessitassero passare devono porsi.
Abbiamo aspettato troppo e non si è avuto il coraggio di cambiare quando c’erano le condizioni per farlo, ma non possiamo rimandare ancora. La fase successiva alla chiusura ed all’intervento di riqualificazione della piazza, ha dato il tempo per spezzare le abitudini consolidate in anni di uso abituale della piazza da parte delle macchine.
Darwin ha scritto << non è l’individuo più forte e nemmeno il più intelligente che sopravvive, ma quello che si adatta più velocemente al cambiamento>>.
Credo che anche i più scettici debbano convenire, dopo gli sconvolgimenti della crisi delle borse mondiali a cui è seguita la situazione di crisi economica in cui ci dibattiamo, che nulla è per sempre, ed il cambiamento è repentino ed inaspettato. Non ha senso ripensare o peggio pensare di riportare in dietro l’orologio del mondo, non possiamo, anche se qualcuno ancora lo spera, tornare agli anni ottanta, quando tutto doveva ancora accadere. E’ accaduto e basta, ora dobbiamo velocemente adattarsi a questa nuova condizione, necessaria per vincere in un momento dove anche le piccole realtà come la nostra, possono diventare mete ambite di turisti remoti o di cittadini di territori contermini. La nostra attrattività va giocata puntando sul futuro, e non sul passato. Le nuove tecnologie determineranno nei prossimi decenni uno sconvolgimento delle modalità di lavoro e quindi delle necessità di spostamento sempre più legate al piacere e non alla necessità di spostarsi.
Chi mai vorrebbe visitare un parcheggio trafficato se non chi nella propria macchina vede l’unica possibile affermazione di se. Beh, Sacile deve avere altre ambizioni, ed a pieno titolo.
La scelta mio avviso è già stata compiuta, non è di destra ne di sinistra è della gente e guarda al futuro. Spetta a noi adesso raccogliere la sfida ed adattarsi a questa nuova condizione, usando sempre più la nostra bella città, vivendola e non sfuggendola, premiando chi si adopera per farla vivere e non chi si lamenta per il cambiamento avvenuto. Cittadini, famiglie, residenti, commercianti, artigiani, turisti, tutti possono contribuire a ridisegnare la vita della nostra città, adesso è il momento, rimandarlo a quando ci saranno i parcheggi, è un alibi che non regge più, è l’ultima scusa di chi non vuol cambiare, o ne ha solo paura perché non è disposto a mettersi ancora in gioco. Ma questo, la vita, ce lo richiede ogni giorno.

Sacile 28 Settembre 2010
                                                                             Cappuzzo Roberto

venerdì 22 ottobre 2010

I Cittadini bocciano il Sindaco.

Il merito

Non siamo contrari a priori nel cercare soluzioni che migliorino la vivibilità, ma se alzare gli edifici significa avere più superficie a terra da asfaltare o cementare, no grazie! Noi non siamo d'accordo.
In via ponte Lacchin su questo punto l'ultima parola l'avrà il progettista, a lui il compito di fare un progetto a dimensione d'uomo che si integri con il territorio della Livenza e di Sacile.

Il metodo

Sulla stampa abbiamo letto le dichiarazioni trionfali del sindaco secondo cui a seguito dell'incontro con la popolazione sui temi della variante 58 e delle torri si è "sentito promosso ... soprattutto sul metodo adottato".
A nostro parere la maggioranza dei presenti che si sono espressi era contraria alle torri. Ma non è tutto. Molti hanno chiesto se quelle presentate fossero proposte su cui dare un parere (quindi raccogliendo l'opinione della gente) oppure se fossero decisioni prese.
Su questo l'amministrazione è stata vaga.
Si deve dire con chiarezza che quelle presentate sono decisioni già prese e portate in consiglio comunale per il vaglio delle forze politiche.
Se il sindaco è contento della propria autopromozione, buon per lui, ma noi dissentiamo con forza e chiarezza sul metodo: non è così che si coinvolge la cittadinanza, mettendola al corrente di decisioni già assunte.
L'assemblea doveva essere fatta prima del consiglio comunale, se lo scopo è il dialogo e la partecipazione.
Noi bocciamo il sindaco per il metodo non partecipativo e poco chiaro nei confronti dei cittadini.
Forse il sindaco vuole rimanere in equilibrio fra i cittadini che non vogliono le torri, da un lato, ed imprenditori/progettisti che ne trarrebbero vantaggio, dall'altro.

per i Cittadini per Sacile
                                                                                       Roberto Cappuzzo
                                                                                  Alessandro Gasparotto