Leggo attonito che il dirigente dell’ambito sociosanitario
sacilese dr. Roberto Orlich è stato nominato dirigente di quello udinese il 4
Dicembre 2013.
Ovviamente la sua nomina nella seconda città friulana ne
descrive da sola capacità e professionalità che da sempre gli è stata
riconosciuta di chi con lui ha potuto operare, e che avevamo messo al servizio
dei nostri comuni.
E’ inaccettabile l’incapacità del presidente dell’ambito
sacilese, il Sindaco Ceraolo, di tenere un collaboratore così prezioso in un
settore così delicato per i cittadini.
Ricordo che Sacile si era contraddistinto negli anni della
nostra amministrazione, proprio grazie alle capacità dell’assemblea dei sindaci
efficacemente attuate proprio dal dr. Orlich, che a fatica allora sono riuscito
a portare a Sacile. Sotto la sua direzione l’Ambito sacilese si era conquistato
la posizione di ambito di riferimento delle politiche regionali e più volte le
nostre prassi sono diventate “le” prassi regionali.
Negli anni del suo servizio a Sacile, l’ambito ha cambiato volto, si
è scrollato di dosso la polvere che negli anni della loro gestione le giunte di
centro destra avevano lasciato depositarsi su di lui, con i rappresentanti politici di allora Fasan,
Fundarò, Covre, evidentemente seguiti con medesimo tratto da quelli attuali.
Nella importante crisi che stiamo vivendo, il ruolo
dell’ambito e dei servizi sociali è essenziale per mantenere un grado di
protezione efficace, e la fuga di Orlich, ben fotografa quale considerazione
abbia avuto in questi anni il suo servizio, e quale futuro gli attende sotto la
guida dell’amministrazione attuale.
Dopo l’ospedale con il suo modello Sacile, oggi anche
l’ambito viene azzoppato da questa incapace giunta di centro destra. Pensare
che anche il Sindaco Ceraolo che si vantava di essere il presidente della
conferenza regionale socio sanitaria, è stato mandato a casa da quell’incarico,
l’incapacità è visibile a tutti.
Attendiamo di sentire le giustificazioni
dell’amministrazione e quali strategie intende attuare per evitare la crisi in
un settore tanto essenziale quanto delicato.
Roberto Cappuzzo