giovedì 27 ottobre 2011

Persone vere e uomini di paglia


Le elezioni per il nuovo Consiglio Comunale di Sacile non sono così vicine, ma già iniziano le prime manovre con lo scopo di acquisire benemerenze o visibilità. Quest'ultima è una vera ossessione per certi personaggi che non spostano una paglia rispetto ai difficili problemi della città, ma pur di vedere il proprio nome stampato sui giornali sono disposti a tutto. Si annunciano tempi turbolenti, con interviste e colpi bassi, con pagliuzze che diventano travi, sempre guardando indietro e mai avanti.

Le persone vere affrontano i problemi di normale amministrazione, ma soprattutto le questioni enormi che la crisi, gigantesca e lunga, sta facendo pesare sulla nostra città. Come dappertutto, del resto. Aggravate dal governo PDL-Lega: inetto e inconcludente; imbottito di mentitori, di affaristi e di incapaci. Tra ministri, vice e sottosegretari ormai sono vicini alla cifra di settanta componenti: quattro sono stati acquistati da pochi giorni, in occasione dell'ultima fiducia alla Camera. Ricordiamo tutti che per loro la crisi non c'era, mentre noi la sentivamo, eccome! Sentiamo anche l'effetto dei tagli ai Comuni ed ai servizi sociali: sanità e scuola innanzitutto. Vediamo gli aumenti delle tariffe che il Comune attua, come nel caso della TARSU, la tassa sui rifiuti.
Quanto alle elezioni che verranno le persone vere parlano chiaro, come ha fatto di recente il segretario del Partito Democratico che ha indicato quale dovrà essere il percorso per arrivare preparati alle prossime elezioni: un programma, una coalizione, quindi il candidato Sindaco.
I 'Cittadini per Sacile' concordano con questo percorso ed aggiungono che la esperienza del passato e del presente ci consente di costruire un futuro più solido.
Elementi di programmi già attuati, ad esempio, hanno mostrato tutta la loro validità, come la splendida iniziativa di Sacile Città Sana, che semmai va potenziata ed adeguata sui versanti della sanità (sotto scacco da parte della attuale giunta regionale) e dell'ambiente (sotto scacco per l'incuria della giunta comunale attuale). Non basta: ci sono altre questioni come  il lavoro e una revisione urbanistica che miri in alto e in tempi di vacche magre, magrissime. Pensiamo solo alla chiusura di importanti aziende cittadine e del comparto del legno, all'edilizia in crisi. Una grande sfida per la quale ci vogliono grandi idee e grandi forze, con la mobilitazione delle migliori intelligenze.
Quanto alla coalizione da costruire essa, secondo noi, deve avere il carattere della totale unitarietà: prima si discute e si ridiscute, ma poi si procede sulla via tracciata, senza personalismi e senza alzate di ingegno individuali. Non deve accadere che un assessore qualsiasi voti un provvedimento in giunta e poi esca e dichiari che non è d'accordo. I nostri concittadini sanno che in tempi duri solo una squadra unita ce la può fare. Non deve accadere che due assessori facciano due manifestazioni concomitanti, senza essersi nemmeno parlati. Né deve accadere che un paio di assessori se ne vadano per contro proprio a Roma, senza che il loro sindaco sappia alcunché, a far trattative che poi non porteranno a nulla. Questi sono tempi in cui la pura propaganda serva è solo un danno grave alla città. Sarebbe da chieder loro: perché insulti la nostra capitale e poi ci vai col cappello in mano, quasi da clandestino?
Nomi per un futuro candidato sindaco? Non ne facciamo e non ne faremo. Sul metodo invece vogliamo aprire una discussione, perché ci sembra che il primo problema della gestione della cosa pubblica sia la scarsa, scarsissima, partecipazione dei cittadini alla vita politica: l'astensionismo si sta stabilizzando sulla mostruosa cifra del quaranta per cento! Occorre invertire la tendenza e quindi  ci chiediamo: perché non introdurre anche a Sacile le primarie di coalizione, con la partecipazione sia degli iscritti che dei cittadini che vogliono dir la loro sui candidati? E' merito del Partito Democratico aver introdotto in Italia il metodo delle elezioni primarie in vista di quelle definitive.
Con grandi successi, se si guarda ad alcune città italiane dove si è votato di recente, o ai referendum, oppure alle recenti primarie del Partito Socialista francese: oltre tre milioni di votanti e la candidata sconfitta che invita alla unità!
Ci sembra saggio pensarle anche per la nostra città; tanto più che i partiti del centro destra non ci pensano affatto. Là comanda uno solo, secondo il modello nazionale, anche quando questo uno si serve di un uomo di paglia che esegue la sua volontà. Poi accade che in un partito minoritario uno, infastidito dalle troppe dichiarazioni dei suoi, dica: “Da adesso parlo solo io!”. E non parlò più nessuno, proprio nessuno; ma questo riguarda il ridicolo, non la gestione della cosa pubblica.
I partiti e movimenti che in Comune sono alla opposizione hanno molto da fare, visto che la Giunta attuale è specializzata in annunci sonori, con tanto di trombe e tamburi. Quanto alle cose concrete non ha fatto altro che portare a termine i progetti della precedente giunta. Ed è un grande merito, che va loro riconosciuto. Avrebbe potuto far di testa propria e quindi far peggio. Quanto al resto di proprio ha fatto un parcheggio qua, un parcheggio là. Un po' poco in momenti tempestosi come questi.

martedì 18 ottobre 2011

Non omnis moriar

Con una espressione poetica di Orazio, che segnala come non si muoia mai del tutto, salutiamo Andrea Zanzotto, grandissimo poeta e grande amico di tutte le persone sensibili che abitano tra Piave, Livenza et ultra.
Se ne è andato in punta di piedi ed il suo spirito riposa finalmente con i suoi padri, come ci suggerisce il testo biblico.
Questa dipartita sommessa è del tutto coerente con la visione che ci ha trasmesso circa la funzione del pensare, dell'arte ed in particolare della poesia: funzione essenziale in mezzo al frastuono universale che perseguita chi si dedica ad esse o semplicemente vuole vivere con dignità la propria esistenza.
Alcuni anni or sono, in un incontro trevigiano con il Rabbino Roberto Della Rocca e con lo scultore Romano Abate, rispose così ad una domanda sul ruolo del poeta nel tempo presente: “ Egli deve avere una voce come di formiche quasi inesistenti”.
Oggi è un giorno doloroso, ma tempera il nostro vuoto momentaneo la consapevolezza che la sua voce ha i caratteri della persistenza, della durata e della forza creativa consegnata al testo poetico.
E' una voce che sta con noi e che ci rimarrà accanto, a rammentarci molte cose.
Una ne vogliamo in questo momento segnalare, in armonia con la fotografia che abbiamo scelto: l'accostamento tra natura e dimensione del sacro.
In una intervista gli venne posta la questione di quale dovesse essere, oggi, la suprema proposta qualitativa della poesia, il suo «sì» alla vita.
Il poeta rispose che essa deve conservare l’idea del sacro: non l’idea di un sacro espressa da una piuttosto che da un’altra particolare religione, ma l’idea di una sacralità che è insita nella vita. Oggi, sostenne, chi pretende di avanzare verso aumenti di produzione senza tener conto che basta un niente per tracollare, va anche contro il sacro, contro la sacralità che da sempre bisogna presupporre nella vita. Non occorre far professione di una qualche fede particolare: il sacro supera la particolare idea di sacro esibita dalla singola religione, proponendo qualche cosa che se la si mette in dubbio, se la si tocca, crolla tutto. E su questa tastiera il poeta è andato avanti.
Tutti noi continueremo ad ascoltarlo ed a dialogare con lui in spirito.
Dove tutti noi significa: sia chi lo ha conosciuto attraverso i testi poetici, sia chi ha avuto la fortuna di dialogare direttamente con lui.
                                                                       Per tutti.
                                                                  Renzo Mulato
Links:
La notizia ansa.
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