venerdì 23 novembre 2012

Barista spegne i videopoker!

Il commento di Michele Serra

Meriterebbe una medaglia al valor civile la barista di Cremona che ha staccato la spina ai suoi videogiochi, stanca di assistere alla rovina dei suoi clienti. Non tutti gli esercenti sono nelle condizioni di farlo, perché il gioco d' azzardo al dettaglio spesso è controllato dalla malavita, e avere le infernali macchinette nel proprio locale in alcune città e in alcuni quartieri non è un' opzione, è un obbligo. Ma anche laddove l' azzardo spicciolo sia perfettamente legale, è diventato una piaga sociale di primo livello, spremitura dei deboli, deriva psichica, distruzione di vite individuali e familiari. Si chiama "ludopatia", si valuta che i casi conclamati siano almeno un milione (!), associa la pulsione all' azzardo con la dipendenza da videogame (che è implacabile, e altamente dannosa, anche senza esborso di denaro). È una malattia che si trasmette attraverso i computer, i videopoker e le slot del bar sotto casa, e le martellanti campagne pubblicitarie (testimonial famosi calciatori,e intere squadre di calcio sponsorizzate da siti per il gioco on line). Almeno la pubblicità, come per le sigarette, non potrebbe essere vietata?
MICHELE SERRA
La Repubblica, 21 novembre 2012

Barista spegne le slot!



dal Corriere della Sera
CREMONA PREMIATA DAL COMUNE. «I GIOCATORI? ANZIANI E DONNE»

La barista «pentita» che ha spento le slot: «In troppi si rovinano»

«Perdo gli incassi ma salvo i clienti» I danni:«Rischio-danni anche
dalla società delle macchinette, ma non torno indietro»


CREMONA - Una signora di mezza età si piega per raccogliere da terra la spina e infilarla nella presa della
corrente. La barista la ferma: «L'ho staccata io, le slot sono fuori uso». Quando la cliente esce, aggiunge: «Le ho spente perché non sopportavo più di vedere persone che si rovinavano in quel modo».

Di macchinette, nel bar tabaccheria «Gio» di via Mantova, prima periferia di Cremona, Monica Pavesi ne ha due. «Non le volevo sin dall'inizio, a me - dice - interessava solo il Totocalcio, i cui proventi però sono crollati. E così, per non essere in perdita, sono stata costretta a tenerle». E ad assistere allo «spettacolo» che ogni giorno andava in scena dall'altra parte del banco, a destra dell'ingresso. «I giornali e la televisione - racconta - la crisi l'hanno scoperta da qualche mese. Io, invece, ce l'ho davanti agli occhi da tre anni. Italiani e stranieri, molti anziani ma anche giovani, forse più donne che uomini: gente che non se la passa bene e si aggrappa ai videopoker spendendo tutto quello che ha».

La barista anti slot ha rilevato il locale nel 1987 e ha ancora un mutuo da pagare.
«A me piace fare i caffè, parlare con i clienti. Non voglio più avere a che fare con chi è convinto che il denaro per vivere arriva da quegli apparecchi».

Il «silenziatore» è stato messo un mese fa. Una decisione che sta già costando cara alla titolare perché le slot incassavano 40-50 mila euro al mese e il 6 per cento (1.500 euro ogni quindici giorni) andava a lei. Una decisione che in futuro potrebbe costarle ancora di più: il contratto scade nel 2015 ed è probabile che la concessionaria si farà sentire. «Che danni avrò? Non lo so. Mi dicevano che non potevo recedere». Ma intanto il Comune, impegnato in una crociata contro le slot, ha deciso che premierà la barista. «Ha fatto un gesto coraggioso - dice il vicesindaco Carlo Malvezzi - che può essere un esempio per tutti i suoi colleghi».

Adesso, dunque, l'ultima frontiera della lotta alle macchinette mangiasoldi che scatenano il «gioco compulsivo», autentica malattia che rovina migliaia di famiglie, arriva dai locali che per la prima volta - vista l'assenza dello Stato, che dal gioco ricava 12,5 miliardi l'anno - lanciano la questione morale. In Lombardia, dove negli ultimi dieci mesi le 60 mila slot hanno bruciato 10 dei 60 miliardi (stime prudenti) inghiottiti in Italia dal gioco d'azzardo, la rivolta silenziosa di Monica Pavesi è già stata raccolta dal presidente dei baristi di Bergamo aderenti all'Ascom: «Non è danneggiando gente che magari ha già i suoi problemi - dice Giorgio Beltrami - che si giustificano certi guadagni».

Ma chi rinuncia alle macchinette, da cui arrivano quasi sempre gli incassi che permettono di tenere aperto il bar, avrebbe bisogno di sostegno. Anche perché le concessionarie invogliano sempre più i baristi a installare le slot. Lo racconta Simone Feder, psicologo, impegnato da anni nella lotta alle slot e nell'assistenza ai malati da gioco a Pavia, che è in testa alla classifica delle città italiane per spesa pro capite alle macchinette (2.870
euro all'anno). «Alcune concessionarie - dice Feder - con le slot offrono un pacchetto che prevede anche l'installazione gratuita di telecamere di sorveglianza, mega televisore al plasma e impianto d'allarme». E, così, resistere diventa sempre più difficile.
Luigi Corvi

giovedì 13 settembre 2012

NON È PIÙ UN GIOCO

Il Gruppo Cittadini per Sacile - Libertà Civica, organizza un incontro dibattito sul tema del gioco d'azzardo.


I Cittadini per Sacile - Libertà Civica, intendono proseguire nell’azione di sensibilizzazione della cittadinanza e delle istituzioni, su questo grave problema che sta investendo molte famiglie anche sacilesi, costringendo a situazioni di difficoltà i suoi componenti più deboli: figli e coniugi.

In collaborazione con il dipartimento delle dipendenze - equipe Gioco d’Azzardo patologico - si approfondiranno i meccanismi e le dinamiche che li motivano e con rappresentanti delle istituzioni conosceremo quali azioni si stanno intraprendendo per arginarne gli effetti.


Clicca sull'immagine per ingrandire.

Verranno presentati il progetto di legge nazionale (UDC) ed il progetto di legge regionale (PD – Cittadini).


In collaborazione con:
  • Azienda Servizi Sanitari n.6 "Friuli Occidentale"
  • Ambito distrettuale 6.1
  • Comune di Sacile
Saranno presenti operatori sanitari, operatori sociali ed amministratori.



domenica 1 aprile 2012

giovedì 22 marzo 2012

Rotonda di viale Zancanaro

Tra gli strumenti di programmazione che mancavano nel 2004, quando la mia amministrazione si e' insediata  al governo della citta di Sacile, oltre al piano di assetto idrogeologico vi era anche il piano del traffico urbano. Il piano,  volutamente commissionato ad uno studio di Perugia per evitare condizionamenti, ha individuato possibili sviluppi del traffico e della viabilità. Questo strumento di programmazione e' stato presentato alla cittadinanza in una affollata serata al cinema Ruffo nel 2006. Lo strumento individuava alcune rotonde da realizzare, tra cui quella di viale Zancanaro e quella di viale Lacchin. Il piano, soprattutto in queste parti, ha trovato la forte opposizione dell'allora consigliere Ceraolo e del suo gruppo. Preciso che lo strumento non e' mai stato adottato proprio perché conteneva alcune proposte che destavano la nostra perplessità, quali ad esempio la soluzione per la zona della stazione e il senso unico di via Fasan. Sulla rotonda di viale Zancanaro la nostra posizione non ha incertezze, rovinerebbe uno dei viali principali di Sacile, farebbe perdere per sempre un'altro prezioso albero di Sacile, peggiorerebbe la circolazione veicolare, introducendo un'ulteriore incrocio pericoloso su viale Trieste, dove la soluzione oggi individuata dall'amministrazione Ceraolo mantiene quello pericolosissimo con via Gardini. Queste le nostre idee, che offriamo quale contributo in un dibattito che non può svolgersi dentro le mura dei palazzi comunali, ma ha bisogno delle idee e della passione delle persone che abitano ed amano la nostra città. Persone deluse che non si danno ragione dello scempio di auto in piazza o perché si spacci per "sviluppo della città" decisioni che deturperebbero per sempre il volto della città. Decisioni che si mascherano dietro slogan vuoti come i contenuti degli "stati generali" o si accollano sempre alle amministrazioni passate, la mia in primis. Il mondo sta cambiando, o lo seguiamo per rendere la nostra città ancora piu' attraente e vivibile o scimmiottando modelli e schemi di un passato che non può tornare, sarà condannata ad un ruolo di comparsa che non le si addice.

Sacile 19-03-2012       Cappuzzo Roberto per i Cittadini per Sacile

giovedì 23 febbraio 2012

Accusa Ridicola!

Una umanità piccola piccola in tempi bui.
In questi tempi difficili c'è gente che non riesce ad essere seria. Come riesca in tanta impresa è un mistero.
E' il caso di un tale che di fronte ad appunti critici motivati ricorre alla supponenza. Ha ereditato una piccola carica di consigliere comunale e già dà lezioni a destra e a manca, scaricando su altri le responsabilità proprie e dei suoi compagni d'avventura.
Cosa avevamo detto di così grave da meritare la prosa scombinata di A. G. junior? Qui ci verrebbe da dire: che non sappia il senior quel che fa o dice lo junior!
Avevamo detto semplicemente questo: lo spettacolo che troppi consiglieri comunali danno durante le sedute del Consiglio Comunale è semplicemente indecente, tale da demotivare ed allontanare i cittadini che vi assistessero.
Potremmo anche aggiungere che è indecente anche lo spettacolo di certe riunioni del nostro Consiglio Regionale e del Parlamento nazionale. Come tutti sanno, meno il baby consigliere di Sacile.
Potremmo perfino esser contenti che i presenti siano sempre una esigua minoranza. E invece no. Non lo siamo.
Né ironizziamo su un fenomeno della vita pubblica che è negativo, segno di disprezzo e di noncuranza.
Noi, che ci distinguiamo per volere fortemente la partecipazione attiva di tutti i cittadini alla vita della res publica - compresa quella sacilese - ne siamo molto, ma molto preoccupati.
Lui no. E quando ammette una qualche difficoltà ... ne dà colpa agli altri, che farebbero discorsi senza sostanza.
A proposito di discorsi vuoti si noti come riesca nella impresa di infiocchettare il suo discorsetto di un numero strepitoso di aggettivi: tale, tal, fantasioso, suo, (francamente) ridicolo, irrinunciabile, stomachevole, arrogante, pretestuoso, normale, difficile, nostro, (un'accusa) vergognosa, politica, inappropriato.
Meno aggettivi, baby. Più sostantivi. E, ci permettiamo di suggerirgli: più sostanza!
Quanto alle riunioni di 'Libertà civica', su cui pretende di mettere becco, ci limitiamo a sottolineare come esse si tengano davvero e con grande libertà e passione. Le nostre sono riunioni in cui si parla e soprattutto si ascolta: dunque si pensa.
Non sono mere riunioni familiari.
Eh, baby? 
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Per approfondire:

giovedì 19 gennaio 2012

FRIULI VENEZIA GIULIA : REGIONE CON LA PIU’ ALTA INCIDENZA DI MALATTIE ONCOLOGICHE IN ITALIA.


BASTA MINIMIZZARE E’ UN GRAVE PROBLEMA SANITARIO!

Confesso che, purtroppo, la notizia pubblicata ieri con grande rilievo, che siamo la regione e la provincia con la più alta incidenza di malattie oncologiche in Italia non mi ha colto di sorpresa.
Gli ultimi dati disponibili all’anno 2007 raccolti dal Registro dei Tumori del Friuli Venezia Giulia affidato al CRO di Aviano sono noti da tempo e personalmente li ho segnalati con grande preoccupazione anche recentemente in occasione della discussione in Consiglio regionale del nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti urbani dove evidenziavo la correlazione fra l’incenerimento degli stessi, la produzione di molecole altamente inquinanti (diossine in primis) e le negative conseguenze sulla qualità dell’aria che respiriamo. Mi riferivo, ovviamente, al prossimo utilizzo del CDR-Q nel cementificio di Fanna.
Quello che invece mi sorprende ogni volta e mi indigna profondamente è constatare l’esistenza di un “partito” dei minimizzatori.
Di chi, cioè, è preoccupato soprattutto di rassicurare la gente e negare ostinatamente la correlazione fra la qualità dell’aria che respiriamo, dell’acqua che beviamo e dei cibi che mangiamo e il diffondersi sempre più accertato di queste malattie.
Per questo non mi sono piaciute le dichiarazioni dei medici del CRO che, nel commentare sulla stampa i dati appena resi noti, si sono prodigati nell’attribuire a “stili di vita sbagliati ed in particolare al consumo di alcol e fumo” la maggiore responsabilità per l’alta incidenza di tumori registrata nel nostro territorio.
Un anno fa avevo presentato una interrogazione urgente all’Assessore alla sanità Kosic in cui chiedevo di conoscere i dati relativi al monitoraggio della presenza di diossina nel terreno e se i dati rilevati rientravano nei parametri previsti dalla normativa europea.
Gli esami effettuati dall’ARPA FVG – altro membro del partito dei minimizzatori – hanno negato ogni possibile dato di preoccupazione, “tutto è nei parametri” mi è stato risposto: salvo poi apprendere che il numero di esami che annualmente vengono effettuati per questa specifica ricerca e di soli dodici (12) prelievi per tutto il Friuli Venezia Giulia.
Possibile che la presenza di industrie insalubri come le acciaierie, di inceneritori, del riscaldamento domestico, del diffondersi sempre più di centrali a biomasse, alla presenza massiccia del Radon, di un’agricoltura altamente industrializzata, dell’utilizzo diffuso dei pozzi artesiani per l’uso domestico dell’acqua non vogliano dire nulla?
I cittadini del Friuli Venezia Giulia hanno il diritto di sapere da cosa dipendono questi dati così preoccupanti relativamente a questa alta incidenza di malattie oncologiche.
Per questo il Presidente Renzo Tondo nel suo ruolo di Assessore alla Salute deve quanto prima avviare una ricerca epidemiologica di lungo periodo istituendo un apposito Osservatorio regionale in grado di individuare le cause di questa sempre più drammatica situazione.
Allo stesso tempo è necessario investire di più nella prevenzione primaria unica arma veramente efficace per tutelare adeguatamente la salute ed il benessere dei cittadini di questa regione.

Piero Colussi




Consigliere regionale “Cittadini-Libertà Civica”

Trieste, 14 gennaio 2012